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21/08/2006: La tela della speranza (proposte per le adozioni a distanza)
Esercizi di tessitura nel solco di pe. Vicente

A 10 giorni dalla conclusione del 2° viaggio uffi- ciale in Brasile, la testimonianza del Vescovo di Castellaneta sulla profonda solidarietà che si realizza mediante le adozioni a distanza.
Un incontro conclusivo di verifica con i Respon- sabili in Brasile ha permesso anche di elaborare due proposte concrete evidenziate in gras- setto, che vengono sottoposte sin da ora all'at- tenzione dell'Associazione e dei benefattori tutti.

Autore: Mons. Pietro Maria Fragnelli


Dettaglio della news

Santana do São Francisco, 9 agosto 2006

Durante il mio secondo viaggio a Santana, l’otto agosto 2006, nella festa di San Domenico da Guzman, ho visto come nasce e si sviluppa la tela della speranza.
Nel pomeriggio pe. Vicente convoca in chiesa tutte le mamme a cui dà l’aiuto economico inviato dalle famiglie e dalle istituzioni italiane, coordinate dall’Asso- ciazione Onlus Orizzonti Nuovi “Evandro Lupidi”. Una chiesa piena di mamme, molte con un figlio in braccio ed uno nel grembo, e numerose nonne. Dominano il color terra e lo sguardo serio: spesso, però, scoppia il sorriso sincero. Traspaiono i denti bianchi e forti, insieme allo spazio di quelli venuti meno. Leggo loro la storia di Zaccheo, agente delle tasse per conto dell’Impero romano, uomo basso di statura, non amato dal popolo, desideroso di vedere Gesù, creativo fino al punto di correre avanti e salire su di un albero. Ma Gesù si rivela più creativo di lui e, giunto sul posto, lo chiama: scendi che oggi devo fermarmi a casa sua. Entra in una casa sporca di egoismo, di divisione e di irreligiosità. Tutti, sorpresi, mormorano perché Gesù si è fidato di un uomo che non merita fiducia. Secondo la mentalità umana! Ma proprio in quella casa avviene il miracolo: l’incontro con Gesù provoca Zaccheo a scoprire altri “beni”, quelli spirituali, i beni dell’alleanza, che Dio ha pensato in Abramo e realizzato in Gesù. Lì comincia una vita nuova: Zaccheo si scopre figlio di Abramo, diventa discepolo di Gesù Salvatore e si libera dei beni materiali superflui, restituendo quattro volte tanto quello che ha frodato.
Col mio portoghese “fraco” cerco di di- re che ognuno di noi deve decidersi a cercare Gesù con tutti i mezzi e tutta la fantasia. Egli desidera fermarsi a casa nostra, aiutarci a scoprire che siamo figli di Abramo, chiamati a cambiare vita. Anche noi abbiamo la gioia di ac- cogliere Gesù nella nostra casa: egli ha deciso di fermarsi nella nostra picco- lezza e povertà. Tutto questo ripete a Santana pe. Vicente dal 1996, inviato dalla diocesi di Castellaneta e da quella di Proprià. Con lui è necessario che mamme e papà, nonni e zii collaborino settimanalmente, per crescere come figli di Dio ed insegnare ai figli che la vita è vocazione fin dal grembo materno; è necessaria una collaborazione stretta, perché ogni cosa della vita dei bambini – nutrimento del corpo, salute e guarigione dalle malattie, formazione culturale, sociale e morale – esige che gli adulti tessano insieme la tela della speranza. È necessario, che tutti noi, come bambini appena nati, cerchiamo il puro latte spirituale della Parola di Dio.
Questo vuole e deve dare pe. Vicente!

Al mattino a Proprià, sotto lo sguardo attento di don Vincenzo, insieme a tre suore italiane, quattro o cinque preti brasiliani, vari laici impegnati nella pa- storale da criança, avevamo intravisto come deve continuare a svilupparsi la tela della speranza, coinvolgendo in modo nuovo le due Diocesi.
A quattordici anni dalle prime forme di aiuto a distanza.
Ognuno dei presenti racconta il suo lavoro con le famiglie. Il dialogo fa emergere gli “orizzonti nuovi”. Espressione, questa, che fiorisce la sera, sulla bocca di suor Carmelina, durante la verifica. Senza accorgercene, si evoca l’Associazione fondata dopo le prime esperienze dei coniugi Lamola.
Orizzonti nuovi per corresponsabilizzare mam- me e figli nella formazione all’igiene, alla sani- tà ed alla cultura di base: si propone di destinare il 20% dell’aiuto economico a questo obiettivo formativo, pagando così i professori ed i sussidi didattici necessari, lasciando il 70% per l’alimentazione e il rimanente 10% a emer- genze di varia natura, che la famiglia interessata deve discernere e cercar di affrontare in collabora- zione con l’incaricato. Si propone inoltre di conclu- dere il sostegno a 15 anni, lasciando la porta aperta per progetti specifici di formazione superiore, da valutare caso per caso, evitando di creare meccanismi difficili da gestire e causa di in- comprensioni e divisioni con ragazzi ormai già grandi.
Orizzonti nuovi, pertanto, nell’accompagnamento personale delle famiglie per la crescita sia umana e sociale, sia spirituale ed ecclesiale. A tale scopo si intravede la necessità di far dialogare i seminaristi diocesani e gli operatori della pastorale dei più poveri, a Proprià come a Castellaneta.
Insieme sarà più facile accogliere integralmente la testimonianza di pe. Vicente: ogni giorno partire dalla sorgente della speranza cristiana, dall’accoglienza della Parola di Dio, ricca di beni che saziano e che si comprano senza denaro; ogni giorno arrivare alle scelte coraggiose, umane e sociali, di una vita missionaria desiderosa di uscire dal sicuro delle sacrestie, per affrontare tutte le sfide e la grazia dell’Incarnazione e della Pasqua.

Questo è tessere la trama non di un aiuto qualsiasi, bensì della piena dignità umana, dell’autentica spe- ranza cristiana.

+ Pietro M. Fragnelli
Vescovo di Castellaneta



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